Storia e cultura di Pantalica
Una delle necropoli rupestri più antiche e suggestive d’Europa, risalente all’Età del Bronzo e del Ferro, situata in Sicilia, tra i comuni di Sortino e Ferla, in provincia di Siracusa.
Il sito è noto per le oltre 5000 tombe a camera scavate nella roccia, affacciate sul profondo canyon della Valle dell’Anapo. Per il suo straordinario valore storico, archeologico e naturalistico, Pantalica è stata inserita dal 2005 nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Oltre all’inestimabile importanza archeologica, Pantalica offre uno scenario naturale di rara bellezza: gole rocciose, corsi d’acqua cristallini e una straordinaria biodiversità che ne fanno una meta ideale per escursionisti, appassionati di storia e amanti della natura.
Storia e cultura di Pantalica
Le origini della Necropoli di Pantalica risalgono a un periodo anteriore alla colonizzazione greca, quando la Sicilia sud-orientale era abitata da diverse popolazioni, come testimoniato dai numerosi resti archeologici ritrovati.
Gli studi condotti dagli archeologi — come Paolo Orsi e Luigi Bernabò Brea — hanno permesso di ricostruire la storia di Pantalica suddividendola in quattro grandi fasi culturali:
I fase: XIII – XI secolo a.C. (Età del Bronzo Recente)
In questo primo e più fiorente periodo, Pantalica raggiunge il suo massimo splendore culturale e politico. Le Necropoli Nord e Nord-Ovest appartengono a questa prima fase culturale, periodo in cui avvenne un importante cambiamento: le popolazioni si spostano dalle coste verso l’interno, scegliendo aree più protette e facilmente difendibili, come i rilievi rocciosi di Pantalica.
II fase: XI – IX secolo a.C. (Età del Bronzo Finale)
Durante questa fase, la Sicilia attraversa un periodo complesso dal punto di vista culturale. Con la scomparsa dei Micenei dal Mediterraneo, subentrano i Fenici nelle rotte commerciali. Pantalica vive un temporaneo declino, testimoniato anche dalla scarsità di reperti, probabilmente dovuto a uno spostamento della popolazione in aree ancora più sicure per far fronte a nuove minacce.
III fase: IX – VIII secolo a.C. (Prima Età del Ferro)
Pantalica conosce una nuova fase di crescita e prosperità. La popolazione aumenta e si espande in nuove necropoli come Filiporto e Cavetta, così come le tombe della Necropoli Sud. Questo sviluppo è legato a una ritrovata stabilità politica e alla fine delle crisi precedenti.
IV fase: VIII – VII secolo a.C. (Seconda Età del Ferro)
Anche in questa fase la vita continua, ma l’attività insediativa inizia progressivamente a diminuire, come testimonia il numero più esiguo di tombe. La minaccia si avvicina con l’arrivo dei coloni greci: nel 733 a.C. i Corinzi fondarono Siracusa, occuparono Ortigia e avviarono la colonizzazione delle coste orientali della Sicilia. È sempre in questo periodo, tra il 733 a.C. e il 664 a.C. (fondazione di Akrai) che si colloca la progressiva distruzione di Pantalica. L’avanzata dei Greci verso l’interno segna la fine della civiltà dei Siculi in questa zona.
Pantalica Bizantina
L’ultima fase della storia e della cultura di Pantalica è quella Bizantina, che segna un periodo di forti tensioni sociali dovute alle continue lotte religiose e alle pressanti angherie fiscali. Per tali motivi, probabilmente, la popolazione anziché concentrarsi tutta nelle città, nelle quali maggiori erano le tensioni, preferì sparpagliarsi in piccoli agglomerati villaggi. Quindi, progressivamente, parte della popolazione cominciò a spostarsi sul grande massiccio di Pantalica che, grazie alla sua posizione strategica, fu utilizzato dai Bizantini come rifugio dalle incursioni arabe.
Secondo anche gli studi di Paolo Orsi, lo spostamento della popolazione verso Pantalica avvenne tra il VI-VII secolo e l’VIII secolo d.C. È proprio in questo periodo che Orsi colloca storicamente l’insediamento bizantino a Pantalica, la cui vita cesserà verso la fine del IX secolo d.C. con l’insediamento arabo.


Caso d'uso Living Pantalica
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